Farfalle
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Farfalle

In attesa della Giornata della memoria, il teatro Marenco si apre alle scuole di Novi proponendo lo spettacolo di un giovane autore e attore del territorio, Farfalle di Andrea Robbiano; saranno due le repliche per dare la possibilità ai ragazzi di assistere ad uno spettacolo di profondo coinvolgimento emotivo per la prima volta nel prestigioso teatro storico Romualdo Marenco di Novi, da poco più di un anno recuperato e aperto al pubblico.

Farfalle

In attesa della Giornata della memoria, il teatro Marenco si apre alle scuole di Novi proponendo lo spettacolo di un giovane autore e attore del territorio, Farfalle di Andrea Robbiano; saranno due le repliche per dare la possibilità ai ragazzi di assistere ad uno spettacolo di profondo coinvolgimento emotivo per la prima volta nel prestigioso teatro storico Romualdo Marenco di Novi, da poco più di un anno recuperato e aperto al pubblico.

Lo spunto per la narrazione parte da un fatto realmente accaduto: una cartolina scritta da un padre ai suoi cari, arrivata in ritardo di quasi 70 anni da un campo di prigionia, ritrovata per caso in un’asta di oggetti vintage dal vicino di casa dei destinatari.

Immaginando il percorso che la cartolina può aver fatto nel tempo e nello spazio, negli eventi storici che si sono susseguiti, ci si chiede: che cosa può restare di quelle parole dopo tutto questo tempo? Che cosa può veramente giungere a destinazione e che cosa invece è stato assorbito dal resto della vita trascorsa? Il protagonista dello spettacolo è il risultato di tutti questi elementi, un uomo che ha perso la memoria, che intreccia pezzi di passato e di presente, che mischia le date e gli eserciti in gioco, che non ricorda neanche più qual è il suo ruolo: vittima o carnefice?

 

La drammaturgia, che non affronta in maniera didascalica o didattica date, eventi e personaggi, è pensata per arrivare a varie fasce d’età e in particolare anche ai ragazzi di scuole medie e superiori e racconta in maniera diversa l’affronto più grande dell’uomo a se stesso: il campo di concentramento, dove l’identità personale viene cancellata da un numero tatuato su un braccio e da una crudeltà disumana.

Produzione Teatro del Rimbombo