

martedì, 8 marzo 2022
Com'è ancora umano lei, caro Fantozzi
Ore 21:00
Lo spettacolo fa parte della stagione autonoma del Teatro Marenco a cura del Direttore Artistico Giulio Graglia.
Parole e musiche per Paolo Villaggio
di e con Anna Mazzamauro
Musiche eseguite da Sasà Calabrese – Chitarra e Pianoforte
Aiuto regia Stefano Paschero
Consulenza scenografica studiocantono+valsania
Disegno Luci Alexis Doglio
Fonica Simone Todesco
Service audio e luci Live Srl Progetto grafico Mood Design
Produzione E20inscena
Acquista il biglietto su Vivaticket
martedì, 8 marzo 2022
Com'è ancora umano lei, caro Fantozzi
Ore 21:00
Lo spettacolo fa parte della stagione autonoma del Teatro Marenco a cura del Direttore Artistico Giulio Graglia.
Parole e musiche per Paolo Villaggio
di e con Anna Mazzamauro
Musiche eseguite da Sasà Calabrese – Chitarra e Pianoforte
Aiuto regia Stefano Paschero
Consulenza scenografica studiocantono+valsania
Disegno Luci Alexis Doglio
Fonica Simone Todesco
Service audio e luci Live Srl Progetto grafico Mood Design
Produzione E20inscena
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“Com’è ancora umano lei, caro Fantozzi” nasce da una riflessione della stessa Mazzamauro: “Mi sono sempre chiesta legittimamente che nome avesse la signorina Silvani, alla quale Paolo Villaggio ha regalato eternità e che io, da tramite riconoscente e in debito, ho contribuito a mantenere. Ho provato un elenco di nomi tra i più vintage: Alma, Ada, Ludmilla, Cunegonda, Tecla, Moira, Iris, Ersilia, Genoveffa, Miranda, Dorotea, ma se provate a mettere dopo ognuno di loro il cognome della Silvani non vi apparirà quell’immagine, quel grottesco e paradossale rosso sesso, quell’impasto di donna e di solitudine. Allora, poiché quella signorina mi appartiene di diritto e poiché i personaggi non nascono casualmente ma raccontano, nascondendoli con l’ironia, i nostri segni, i nostri umori, le nostre inclinazioni, il nostro animo, allora la Silvani sono io!
Adesso provate a chiamare la Silvani con il mio nome. Anna Silvani. È perfetto. Allora come Anna Silvani soltanto io posso, con il mio nome e col suo cognome, raccontare Paolo raccontando Ugo. E leggeremo insieme il nostro incontro, il suo primo film, il mio divertente impatto con il cinema e via via vent’anni della nostra vita professionale a puntate, vent’anni di solitudine della Silvani che non aveva capito che Fantozzi fosse stato l’unico uomo ad averla veramente amata”.
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